La Cheratosi Attinica
La cheratosi attinica: illustre sconosciuta.
Ci sono malattie della pelle, ci sono tumori della pelle, di cui si parla molto, dei quali conosciamo quasi tutto. Un esempio per tutti, è il Melanoma.
Ci sono altre patologie, altri tumori, molto comuni, molto più comuni, dei quali le persone non sanno quasi nulla, fino al momento in cui non progrediscono al punto da richiedere una visita dermatologica.
Sto parlando della cheratosi attinica e dei carcinomi cutanei, i tumori non solo più frequenti della cute ma addirittura, di gran lunga, i più diffusi in assoluto. Basti pensare che in Australia, dove abbiamo il picco massimo di prevalenza, il 60% della popolazione con età superiore ai 40 anni ne è affetto.
La Cheratosi attinica rappresenta la manifestazione iniziale di questi tumori e deve essere correttamemente definita, secondo le ultime linee guida, come un Carcinoma squamoso in situ.
La AK (actinic keratosis) è una proliferazione intraepidermica di cheratinociti atipici.
Rappresenta lo stadio iniziale del carcinoma squamoso e può progredire verso un carcinoma squamoso infiltrante. Raramente regredisce spontaneamente.
La clinica.
La cheratosi attinica è caratterizzata dalla comparsa di lesioni rossastre, leggermente cheratosiche in zone del corpo fotoesposte e fotodanneggiate. E’ importante la diagnosi con altri tumori cutanei come le cheratosi seborroiche, le lentigo solari e lo stesso carcinoma squamoso infiltrante. Oltre alla osservazione clinica diretta, possiamo avvalerci della dermoscopia e della microscopia confocale che ci permette di fare una “biopsia” non invasiva.
La cosa importante da sottolineare è l’inquadramento della patologia come un vero e proprio carcinoma squamoso, nella fase iniziale. O come la definiscono ultimamente alcuni Autori, una “malattia neoplastica cronica”. Si capisce facilmente perciò l’importanza della prevenzione e della corretta terapia.
La patogenesi. Le cause.
Il ruolo fondamentale nella patogenesi della cheratosi attinica è la lunga, cumulativa esposizione al sole durante gli anni, ai raggi ultravioletti B che causano un danno diretto al DNA dei cheratinociti.
Altri fattori di rischio sono: la pelle chiara, l’età ed il sesso maschile
Cosa c’è di nuovo.
“Il cancro non insorge come fenomeno cellulare isolato, ma piuttosto come tendenza anaplastica coinvolgente contemporaneamente più cellule”
Slaughter 1994
E’ stato dimostrato che generalmente pazienti affetti da cheratosi attinica mostrano lesioni cliniche o subcliniche che coesistono nelle aree di cute fotoesposta, in particolar modo attorno alla cheratosi attinica clinicamente evidente. Questa area ricca di lesioni subcliniche viene definita “campo di cancerizzazione”. Questo nuovo concetto sta rivoluzionando l’approccio diagnostico e terapeutico di questa patologia. L’efficacia della terapia è enormemente superiore se oltre a distruggere la singola lesione, si va a trattare il campo di cancerizzazione.
Le terapie della cheratosi attinica.
Possiamo intervenire in molti modi.
- Trattamento della singola lesione
- Crioterapia
- Laser CO2
- Courettage
- Chirurgia
- non trattano il campo di cancerizzazione
- Trattamento del campo di cancerizzazione
- Terapia fotodinamica
- Imiquimod 5%
- Diclofenac 3%
- Ingenolo Mebutato
- 5 Fluoruracile 0.5%+Acido salicilico 10% (non in vendita in Italia)
- su lesioni multiple (ma anche singole)
- agiscono sui piccoli foci o cloni perilesionali
Il 25% dei margini di resezione chirurgica delle cheratosi attiniche mostra alterazioni genetiche, responsabili di potenziali recidive locali.
Tali alterazioni si estendono fino a 7 cm attorno ai tumori, dando origine a nuovi tumori primitivi.
Il trattamento delle cheratosi attiniche multiple deve perciò riguardare non le lesioni singole ma il campo di cancerizzazione, al fine di ridurre il rischio di recidive locali e lo sviluppo di nuove lesioni